Bunker

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bcycle

B: CYCLE

Durata: 19 minuti

Formato: Dv-Cam, colore

Anno di realizzazione: 2006

Roma, 2005, una delle città più trafficate del mondo. Come ogni giorno le strade sono occupate da lunghe colonne di macchine. Poi, spontaneamente, qualcuno ha deciso di riprendersi quegli spazi e di fare “massa critica”. Quel giorno la strada ha cambiato padrone ed è cominciata la Rivoluzione a pedali! La “Critical Mass” è un evento internazionale presente in più di 200 città del mondo. B-Cycle documenta la realtà romana dove l’evento è una festa, dove la città si trasforma e dove una nuova realtà è ancora possibile. B-Cycle entra nel mondo delle ciclofficine, vera anima della Critical Mass e si concentra sul diritto dei ciclisti e dei pedoni di utilizzare le strade, e fa riscoprire un invenzione già per troppo tempo dimenticata: La Bicicletta!

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baus

B:AUS

All’inizio ci sono state le banlieues parigine. Gli scontri che hanno “acceso”, in tutti i sensi, le vie della capitale francese nell’autunno-inverno del 2005.La grana spessa delle riprese televisive,le onde del tubo catodico sparate sullo schermo a formare tanti omini in rivolta, contro plotoni di poliziotti schierati in difesa del “centro” di una delle più grandi città della storia moderna. La Parigi “fuori”.La Parigi che mai si vede;lontano dalla tour e dai musei; auto che bruciano,riprese dall’alto;immagini rubate dietro le persiane o al sicuro dietro gli scudi dei gendarmi; immagini con poca luce,notturne,night scope. Le periferie erano in rivolta. I media facevano la conta delle macchine bruciate: il loro “ribellometro” per misurare l’entità del danno. Sullo sfondo le abitazioni,i luoghi alla periferia del vivere.Dopo quegli eventi un serie enorme di casi in tutto il mondo vennero citati per capire l’accaduto. Il discorso-città parlava ibrido,scorreva fra i blog dribblando la censura;periferia,anello esterno,circonferenza,terra di nessuno adesso di qualcuno. L’”altro cittadino” metteva in scena le contraddizioni del centro,la cecità politica, gli errori amministrativi, i distacchi socio economici, l’emarginazione. La periferia era un luogo, mostrava la sua storia e dimostrava di averne già tanta da raccontare:cut killer, parcour, pulp, l’odio, favellas, anomia,street;si cominciano a inscenare le nuove realtà,la moda della strada costa già tanto negli atelier. Se la metropoli sta cambiando; se la modernità, ora, è in periferia; se i vecchi schemi centro-periferia non bastano più a descriverne gli intrecci, le dinamiche; se è la rete,con i suoi flussi impalpabili a farla da padrona;se i nuovi poveri, liquidi e precari ,per dirla con Baunman, dettano i modelli di sviluppo al fianco di quelli del capitalismo più sfrenato; se tutto è immagine mediata, citazione, rimando, ipertesto, azione, noia, isolamento; divisione e coesione; se la conurbazione dei flussi, degli scambi, dei rapporti è opposta alla topografia classista e separatrice; se i modelli di città moderna ormai falliti chiedono di essere reinventati,risemantizzati; se l’architettura è reinventata dal basso, diventa rudere creativo, spazio liberato; se lo spazio è il nostro tempo e vincola le nostre azioni; c’è necessità di farlo vedere, di mettere in scena ciò che la città chiusa da politica e economia non riesce a far vedere, stenta a credere.Questo racconto visivo vuole essere il resoconto di due anni di lavoro,passati a cercare di capire le complesse dinamiche che muovono una città e gli sforzi degli uomini che la abitano nel tentativo di convivere tra simili,di essere accettati, di emergere, comprendere , muoversi, interpretare,dare un senso alla loro forzata avventura assieme. Questo lavoro si basa inoltre su chi in maniera esemplare e sconvolgente per acume e preveggenza, ha negli anni cercato di decodificare e rendere note le strategie che la città mette in opera,le conseguenze dell’abitarci dentro e dell’essere abitati dal suo spirito;i grandi maestri: sociologi,psicologi,romanzieri,registi,pittori,fotografi,economisti; ma anche e soprattutto le persone comuni, che dalla città non escono mai,neanche per pensare, ma che della città sono le cellule,il sangue,lo specchio, il senso,la rovina. Ripercorrendo una stagione passata nei pressi del raccordo anulare a Roma, a salti tra il Laurentino e il Nuovo Corviale e in tutta la fascia più esterna della capitale,tra strade ,centri commerciali,ponti,prati,palazzi,uffici,baracche e con le persone più svariate. Un discorso sulla città-discorso, sull’ immaginario che genera e dal quale è generata,sul testo di cemento,di carne,di pensieri e parole che essa rappresenta.

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Scritture di strada

Scritture di strada è un lavoro che ci è stato commissionato dall' omonima associazione. Il collettivo B:Bunker ha a tal proposito realizzato un video documentativo di questo progetto, un happening di scrittura nella bellissima Villa Celimontana di Roma.

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